mercoledì 31 luglio 2013

DETERMINAZIONE DEGLI ORGANICI PERSONALE EDUCATIVO

Pubblichiamo un documento documento del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, risalente a qualche tempo fa.

Riteniamo che questo documento sia utile per capire meglio i criteri per definire meglio la dotazione organica del personale educativo.

Nella seconda parte del documento viene indicata la dotazione di personale educativo nei convitti ed educandati distinto per singola provincia.

Alla luce dell'aggiornamento delle prossime graduatorie che, probabilmente, consentiranno di spostare la provincia di riferimento per le supplenze brevi, supplenze annuali e il posto di ruolo conoscere il numero degli educatori presenti in ogni provincia può risultare utile.

Buona lettura!

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/380bc36a-cd5a-4b21-908f-64c9f4e7369e/di5_13.pdf

lunedì 29 luglio 2013

IMMISSIONI IN RUOLO...PER MOLTI MA NON PER TUTTI


"L’educazione non è ciò che il maestro dà, ma è un processo naturale che si svolge spontaneamente nell’individuo umano; essa non si acquisisce ascoltando delle parole, ma per virtù di esperienze effettuate nell’ambiente. Il compito del maestro non è quello di parlare, ma di preparare e disporre una serie di motivi di attività culturali in un ambiente appositamente preparato."
M. Montessori


Agosto 2013, periodo in cui si vanno definendo le operazione di nomina per il personale scolastico di ogni genere e grado, o quasi.

Molti, correttamente si affrettano a sollecitare l'immissione a ruolo degli insegnanti, del personale docente, degli operatori ATA e lo stesso Ministro Carrozza, in una recente intervista, afferma che  immetterà di ruolo circa 15.000 persone, tra docenti e collaboratori.

Sono stati sottoscritti vari accordi, tra cui quello relativo alla formazione del personale docente ed ATA ; tutto questo è ottimo, convinti che qualunque azione a favore della scuola vada incoraggiata.

Ottimo, peccato solo che di educatori e educatrici nei convitti ed educandati non se ne trova traccia.

Non si può fare a meno di notare che, nemmeno negli spot di propaganda si accenna agli educatori, figure sempre più eteree nel contesto sociale e professionale.

Se non fosse per il fatto che gli aggiornamenti delle graduatorie " per il personale docente ed educativo" indicano l'esistenza di questa figura, gli educatori ed educatrici sarebbero alieni anche a molti operatori della scuola. 

Dagli ultimi dati, (come sempre è opportuno andare a verificare i dati ufficiali), emerge che nell'anno scolastico 2012/2013 in tutta Italia sono state nominate circa 148 unità di personale educativo, che rispetto alle circa 21.000 immissioni in ruolo rappresentano meno dell'1%, più una rarità che una minoranza.

Personalmente ritengo che le minoranze, ed in questo caso questa bella figura professionale, sempre più importante nella odierna società vada tutelata e valorizzata, ma forse mi sbaglio, ed è giusto, come del resto sta accadendo, che venga emarginata fino a scomparire.

Come sempre queste sono solo le nostre, errate e fuori, luogo opinioni....



"L'educazione è l'azione esercitata dalle generazioni più anziane su coloro che non sono ancora pronti per la vita sociale. Il suo scopo è di risvegliare e sviluppare nel bambino quelle condizioni fisiche intellettuali e morali che sono richieste sia dalla società nel suo insieme, siadall'ambiente al quale il bambino è specificamente destinato."
È. Durkheim

domenica 28 luglio 2013

PRECARI DELLA SCUOLA. LA NOSTRA OPINIONE.


"L'educazione è il pane dell'anima."
Giuseppe Mazzini


Sappiamo fin troppo bene che il precariato storico è uno degli elementi che caratterizza il sistema scolastico italiano.

Al fine di capire meglio le ultime dinamiche sul mondo dei precari è opportuno evidenziare, in modo molto generico ed approssimativo, una breve analisi del mondo della scuola, dei concorsi per docenti succeduti nei vari anni, delle graduatorie ad esaurimento, dei famosi contratti a tempo determinato e sull'ambito posto di ruolo.

Andando per ordine possiamo evidenziare come nel corso degli anni 90 sino al 2000 con cadenza fissa venivano indetti concorsi per il personale docente ed educativo, sia per acquisire il posto di ruolo che per abilitare chi risultava idoneo.
Ciò vuol dire che esistevano dei posti messi in concorso, ossia posti di ruolo disponibili per chi si classificava ai primi posti della graduatoria del concorso, mentre per tutti gli altri vi era la possibilità di abilitarsi, ossia di acquisire l'attitudine ad essere inserito nelle graduatorie, dove tramite un aumento del proprio punteggio, grazie alle supplenze temporanee ed eventuali titoli successivamente acquisiti e, grazie allo scorrimento delle graduatorie, assumere un posto di ruolo.

Purtroppo detta procedura, che in apparenza è semplice e lineare in realtà non lo è, infatti tra l'indizione del concorso e l'assunzione del posto di ruolo potevano e possono passare anche più di venti anni.

In questo lasso di tempo chi aveva la "fortuna" di essere abilitato si trovava innanzi ad un bivio: o decideva di non fare supplenze, ed attendere direttamente il posto di ruolo, cosa che, sopratutto nelle graduatorie più affollate, come quella della scuola primaria o scuola dell'infanzia, o in quelle bloccate per esiguità dei posti come quella per educatori nei convitti ed educandati, in pratica significava rinunciare al posto di ruolo, oppure si decideva di fare il grande salto e si entrava nel limbo dei precari.

Infatti, per poter lavorare ed acquisire maggiore punteggio si iniziava a svolgere una serie di supplenze, inizialmente brevi e poi annuali, una sfilza infinita di contratti a tempo determinato.

Quello che, a nostro parere, non ha funzionato è stata la cattiva gestione delle graduatorie; non riusciamo a comprendere il senso del creare un numero enorme di precari che, oggettivamente, difficilmente avrebbero ottenuto un posto di ruolo, anche dopo molti anni di sacrifici.

A nostro avviso creare un numero di precari molte volte superiori a quello che poteva essere assunto in 20 anni significa creare disagio, far sì che un professionista si trovi a vivere in una lunga ed estenuante incertezza.

E' facile intuire che il precario, in quanto tale, viene pagato solo per il periodo strettamente lavorativo, pertanto durante i mesi estivi o in assenza di contratto non riceva alcuna retribuzione, con indubbio vantaggio per le casse dello Stato.

Dopo il 2000, data dell'ultimo concorso per educatori ed educatrici nei convitti ed educandati, (per visualizzare il bando vedi la sezione link), non sono stati banditi ulteriori concorsi.

Eppure, a riprova dell'enorme numero di precari creati, ancora oggi, dopo 13 anni dall'ultimo concorso - ma vi è chi ha sostenuto più di un concorso, quindi attende da più tempo- la maggior parte dei precari è rimasta tale. 

Al fine di scongiurare la perdita dei diritti acquisiti, ossia garantire almeno il valore abilitante del concorso fatto e superato le graduatorie dei concorsi sono state trasformate nelle c.d. graduatorie ad esaurimento.

Con questo termine si intende il fatto che nessuno avrebbe potuto più inserirsi in dette graduatorie che, man mano che i precari acquisissero l'incarico di ruolo, si sarebbero esaurite.

Eppure a riprova dell'enorme distanza tra idee e realtà ancora oggi queste graduatorie sono ben lontane dall'esaurirsi, forse, esauriti e stremati sono i precari che dopo lunghi anni di attesa vedono sempre più vanificati i loro sforzi.

Certo, la domanda sul perché non  si sia modificato e razionalizzato il sistema di accesso alla scuola pone vari interrogativi che circolano nei vari ambienti scolastici, che risultano essere più o meno fondati, come il fatto che si volessero "tenere buone" molte persone promettendogli qualcosa di aleatorio, il fatto che un alto numero di precari avrebbe favorito una certa classe politica e forse anche determinati tipi di sindacato, l'evidenza che il creare dei concorsi determina un giro di denaro per corsi, docenti e libri di preparazione, e molte altre domande di cui non conosciamo la risposta, ma che, comunque ancora oggi rimangono aperte.

Purtroppo queste domande si fanno sentire a gran voce sopratutto alla luce dei nuovi concorsi, di cui, onestamente si stenta a capirne il senso.

Infatti, posto che esistono delle lunghe graduatorie ad esaurimento, posto che ci sono precari che aspettano anche da 20 anni il proprio posto di ruolo, posto che anche per lo Stato indire un concorso comporta dei costi da sostenere, la domanda che sorge è che senso ha creare nuove speranze quando già quelle fatte già da decenni risultano insolute?

Ci teniamo a precisare che non si vuole creare una rivalità tra vecchi e nuovi precari, siamo solo a favore di una migliore organizzazione della scuola, razionalizzazione del sistema e di certo siamo contro al precariato.

Pensiamo che sia giusto indire concorsi per classi esaurite o quasi, ma con tutta franchezza non si comprende perché creare nuove aspettative.

Ad oggi il nuovo sistema di reclutamento si basa sul principio del c.d. doppio canale, ossia il 50% dei posti disponibile sarà attinto dalle graduatorie permanenti ed il restante 50% dalle graduatorie del concorso, il risultato è allungare la permanenza dei precari nelle graduatorie ad esaurimento, indire concorsi per pochi posti, e, quello che forse lascia maggiormente delusi il fatto che per dare una parvenza di dinamismo e novità alla scuola si indicono dei concorsi a danno dei precari - vecchi e nuovi- senza però modificare il sistema.

Forse sarebbe stato meglio riformare il sistema, dare nuovi e più equi carichi di lavoro, ricominciare ad investire nel futuro e nella scuola, far scorrere le graduatorie ad esaurimento, sbloccare il sistema e con in nuovi concorsi razionalizzare e consentire l'ingresso a chi era desideroso di entrare in questo settore.

Purtroppo sono fin troppo note le storie di professionisti scolastici che vanno in pensione da precario, e le varie problematiche associate, a breve sarà pubblicato l'articolo "P come pensione P come precario".

Forse questo stato di cose sta terminando, o meglio, le graduatorie continueranno ad esistere e, chi attende da 15 anni probabilmente continuerà a farlo per un uguale periodo, ma si sta riducendo l'utilizzo del personale precario.

Questa auspicata modifica non viene dettata dalla volontà di riequilibrare il sistema, ma solo per evitare le condanne dei giudici italiani ed europei hanno iniziato ad infliggere ad un datore di lavoro, il Ministero della Istruzione, che sfrutta i propri dipendenti in questo modo, a breve avremo modo di parlarne meglio.

Come sempre queste sono soltanto le nostre, probabilmente non fondate ed errate, opinioni. Ogni opinione e commento in proposito sarà ben accetto.


"Trovo che la televisione sia molto educativa. Ogni volta che qualcuno l'accende, vado in un'altra stanza e leggo un libro." Groucho Marx


IL CONVITTO E L'EDUCANDATO, LUOGHI DI TUTELA DA TUTELARE!


"Educare è il peso più grave che si possa porre sulle spalle di un uomo."
I. Kant  


Chiunque conosca la storia e l'evoluzione dei Convitti e degli Educandati comprenderà come queste specifiche istituzioni educative rivestono, da sempre, un ruolo fondamentale nella società.

Vivere in convitto significa allargare lo spazio educativo della scuola rispetto a quello standard costituito dalle ore scolastiche, onerando la scuola e con essa gli educatori e le educatrici a svolgere ruoli vicini a quelli familiari.

L'alunno che trascorre gran parte della propria giornata in convitto o educandato stringerà con i propri compagni, non fosse altro che per il numero di ore trascorse,  dei rapporti che, molto probabilmente, saranno più stretti rispetto a quelli di un compagno di classe.

Basterebbero queste brevi considerazioni per comprendere come l'educatore o l'educatrice, il cui compito non è quello di impartire nozioni, ma dare lezioni di vita, assumono un ruolo fondamentale nella crescita e formazione degli alunni. 

Certamente, compito fondamentale e primario degli insegnanti è anche quello di educare alla vita,  ma non si può negare che l'educatore o l'educatrice siano le figure atte in modo specifico a tale compito.

l Convitto e l'Educandato, oggi, forse solo in apparenza, fuori moda, lontani dai fasti  tecnologici, continuano a ricoprire il ruolo di nido, di culla, di incubatrice per la creazione di ottimi cittadini del domani.

Il prezioso ruolo dei Convitti ed Educandati viene universalmente riconosciuto, eppure una macchina burocratica, fredda e calcolatrice, attenta più ai numeri che ai cuori, sta tentando, in tutti i modi di sminuire, sino forse ad eliminare queste istituzioni.

Da ultimo il DPR 81/2009 ha sferzato un duro colpo a queste istituzioni educative.

Una cosa è certa che se un giardino, per quanto possa essere bello, sano e rigoglioso se non curato diviene, in breve tempo un deserto e poi scompare.

Spetta a tutti i cittadini, e, sopratutto a chi è pienamente consapevole delle ricchezze ed opportunità offerte, dai Convitti ed Educandati, agire, altrimenti, in poco tempo perderemo un pezzo importante della storia e cultura italiana, stringendo tra le mani solo un pugno di sabbia...

"Noi proponiamo l’educazione permanente come idea fondamentale delle politiche educative per gli anni futuri, tanto per i paesi sviluppati quanto per i paesi in via di sviluppo."
Unesco

sabato 27 luglio 2013

MASTER PER IL PERSONALE SCOLASTICO. CONVITTI ED EDUCANDATI. ESISTIAMO ANCHE NOI!!!

Esistiamo anche noi!!

Molti Colleghi hanno osservato che nel mondo della scuola vi sono vari enti di formazione che offrono la possibilità di seguire e frequentare vari tipi di master.

Non vogliamo dilungarci sul fatto che siano utili o meno, o che servano solo ad ottenere più punti per l'aggiornamento della graduatoria; riteniamo che questi aspetti debbano essere valutati da chi poi deciderà o meno di seguirli.

Quello che però critichiamo è il fatto che i master sul mondo della scuola sono incentrati esclusivamente sui docenti, e non esistono master a favore degli Educatori ed Educatrici.

Questo significa innanzi tutto una mancata possibilità di aumentare le proprie competenze, la mancata possibilità, in sede di aggiornamento delle graduatorie, di inserire tra i titoli valutabili l'aver conseguito un master specifico per la propria professione, o al fine di aumentare il proprio punteggio seguire un master non completamente aderente al profilo professionale, con il rischio che non sia pienamente utile e di conseguenza non sia valutato in fase di aggiornamento del punteggio.


In vista del prossimo aggiornamento delle graduatorie del personale docente ed educativo, presumibilmente a maggio 2014, è stata lanciata l'iniziativa da una gruppo di educatori di richiedere ad alcuni enti di formazione di realizzar un Master specifico per le esigenze di aggiornamento degli Educatori ed Educatrici.

Anche in questo caso è il caso di dire cari Educatori ed Educatrici, svegliamoci!!!!

CHI SIAMO


"Educare è sempre più facile che rieducare".A.S. Makarenko



L’Educatore, ed in generale il personale educativo, è una figura professionale che opera presso istituti denominati Convitti per utenza maschile ed Educandati per utenza femminile. 
Questa figura professionale, per certi versi assimilabile a quella degli insegnanti, dipende dal Ministero dell'Istruzione e la sua funzione, come indica il nome Educatore - Educatrice è quello di educare, consigliare, guidare ed assistere, nelle ore non scolastiche gli alunni di un istituto scolastico che vengono ospitati nei convitti. Gli alunni si suddividono in convittori se alloggiano anche nelle ore notturne o semiconvittori, qualora non sia previsto l'alloggio notturno.
Risulta dunque evidente che l'Educatore deve possedere molteplici competenze, inerenti all'aspetto psicologico, metodologico, organizzativo, educativo, relazionale etc.
Gli Educatori e le  Educatrici, vengono inseriti in una graduatoria dipendente da Ministero della Istruzione classificata con il codice PPP e possono svolgere, analogamente agli insegnanti, periodi più o meno lunghi di supplenze, ricoprire incarichi annuali e, finalmente usciti dal ruolo precario, ricoprire un incarico di ruolo.
In Italia i convitti sono istituti con una nobile e lunga tradizione ma, purtroppo poco diffusi, generalizzando possiamo evidenziare la presenza di un convitto, per i ragazzi o educandato per le ragazze, per singola provincia.
Le città più grandi arrivano ad ospitare anche 3 convitti o educandati. 
Nonostante il compito e la funzione sociale dell' Educatore/ Educatrice sia di estrema importanza questa figura risulta ai più sconosciuta e, purtroppo lo stesso Ministero dell'Istruzione, ed in generale il comparto scuola tende a dimenticare questi ruoli.
Se è vero che, purtroppo tutto il mondo della scuola negli ultimi anni ha ricevuto modifiche volte più al risparmio che alla razionalizzazione, ed il rispetto delle risorse, è anche vero che tra tutto il personale della scuola quello del personale educativo è quello meno valorizzato.
Questa situazione dipende da molteplici fattori, da un lato vi è il numero limitato dei professionisti rispetto ai grandi numeri degli insegnanti, ma anche ad una scarsa consapevolezza sociale e professionale degli Educatori/Educatrici; basta evidenziare che sono estremamente rari, se non assenti i sindacati che si occupano in modo specifico di questa figura professionale, gli interventi normativi a favore ed anche, i percorsi di aggiornamento specifici come master a favore del personale educativo.

Per dar voce a questa categoria un gruppo di professionisti hanno pensato di creare questo blog, non una voce istituzionale, ma un luogo d'incontro dove scambiare opinioni, esperienze, informazioni, il tutto senza alcuna pretesa di ufficialità, ma solo uno strumento per provare a dare voce al personale educativo.
Spinti dalla volontà di creare uno strumento utilizzabile da chiunque ne abbia interesse, preferiamo gestire questo blog in modo anonimo, non per paura di metterci la faccia, ma perchè, questo sarebbe il nostro desiderio, il blog lo fate anche voi, sono graditi ogni genere di notizia e commento, un luogo dove tutti hanno lo stesso peso e la propria opinione conta come quella di chiunque altro.
Invitiamo chiunque abbia voglia di farlo di contattarci, pubblicare notizie, azioni, proposte ed anche critiche, siamo convinti che la crescita si ottenga tramite il dialogo ed il confronto, potete contattarci all'email educatoreneiconvitti@gmail.com.


Vi auguriamo una buona lettura!!

"Aprite una scuola, chiuderete un carcere!" G. Bovio