"L'educazione è il pane dell'anima." Giuseppe Mazzini |
Al fine di capire meglio le ultime dinamiche sul mondo dei precari è opportuno evidenziare, in modo molto generico ed approssimativo, una breve analisi del mondo della scuola, dei concorsi per docenti succeduti nei vari anni, delle graduatorie ad esaurimento, dei famosi contratti a tempo determinato e sull'ambito posto di ruolo.
Andando per ordine possiamo evidenziare come nel corso degli anni 90 sino al 2000 con cadenza fissa venivano indetti concorsi per il personale docente ed educativo, sia per acquisire il posto di ruolo che per abilitare chi risultava idoneo.
Ciò vuol dire che esistevano dei posti messi in concorso, ossia posti di ruolo disponibili per chi si classificava ai primi posti della graduatoria del concorso, mentre per tutti gli altri vi era la possibilità di abilitarsi, ossia di acquisire l'attitudine ad essere inserito nelle graduatorie, dove tramite un aumento del proprio punteggio, grazie alle supplenze temporanee ed eventuali titoli successivamente acquisiti e, grazie allo scorrimento delle graduatorie, assumere un posto di ruolo.
Purtroppo detta procedura, che in apparenza è semplice e lineare in realtà non lo è, infatti tra l'indizione del concorso e l'assunzione del posto di ruolo potevano e possono passare anche più di venti anni.
In questo lasso di tempo chi aveva la "fortuna" di essere abilitato si trovava innanzi ad un bivio: o decideva di non fare supplenze, ed attendere direttamente il posto di ruolo, cosa che, sopratutto nelle graduatorie più affollate, come quella della scuola primaria o scuola dell'infanzia, o in quelle bloccate per esiguità dei posti come quella per educatori nei convitti ed educandati, in pratica significava rinunciare al posto di ruolo, oppure si decideva di fare il grande salto e si entrava nel limbo dei precari.
Infatti, per poter lavorare ed acquisire maggiore punteggio si iniziava a svolgere una serie di supplenze, inizialmente brevi e poi annuali, una sfilza infinita di contratti a tempo determinato.
Quello che, a nostro parere, non ha funzionato è stata la cattiva gestione delle graduatorie; non riusciamo a comprendere il senso del creare un numero enorme di precari che, oggettivamente, difficilmente avrebbero ottenuto un posto di ruolo, anche dopo molti anni di sacrifici.
A nostro avviso creare un numero di precari molte volte superiori a quello che poteva essere assunto in 20 anni significa creare disagio, far sì che un professionista si trovi a vivere in una lunga ed estenuante incertezza.
E' facile intuire che il precario, in quanto tale, viene pagato solo per il periodo strettamente lavorativo, pertanto durante i mesi estivi o in assenza di contratto non riceva alcuna retribuzione, con indubbio vantaggio per le casse dello Stato.
Dopo il 2000, data dell'ultimo concorso per educatori ed educatrici nei convitti ed educandati, (per visualizzare il bando vedi la sezione link), non sono stati banditi ulteriori concorsi.
Eppure, a riprova dell'enorme numero di precari creati, ancora oggi, dopo 13 anni dall'ultimo concorso - ma vi è chi ha sostenuto più di un concorso, quindi attende da più tempo- la maggior parte dei precari è rimasta tale.
Al fine di scongiurare la perdita dei diritti acquisiti, ossia garantire almeno il valore abilitante del concorso fatto e superato le graduatorie dei concorsi sono state trasformate nelle c.d. graduatorie ad esaurimento.
Con questo termine si intende il fatto che nessuno avrebbe potuto più inserirsi in dette graduatorie che, man mano che i precari acquisissero l'incarico di ruolo, si sarebbero esaurite.
Eppure a riprova dell'enorme distanza tra idee e realtà ancora oggi queste graduatorie sono ben lontane dall'esaurirsi, forse, esauriti e stremati sono i precari che dopo lunghi anni di attesa vedono sempre più vanificati i loro sforzi.
Certo, la domanda sul perché non si sia modificato e razionalizzato il sistema di accesso alla scuola pone vari interrogativi che circolano nei vari ambienti scolastici, che risultano essere più o meno fondati, come il fatto che si volessero "tenere buone" molte persone promettendogli qualcosa di aleatorio, il fatto che un alto numero di precari avrebbe favorito una certa classe politica e forse anche determinati tipi di sindacato, l'evidenza che il creare dei concorsi determina un giro di denaro per corsi, docenti e libri di preparazione, e molte altre domande di cui non conosciamo la risposta, ma che, comunque ancora oggi rimangono aperte.
Purtroppo queste domande si fanno sentire a gran voce sopratutto alla luce dei nuovi concorsi, di cui, onestamente si stenta a capirne il senso.
Infatti, posto che esistono delle lunghe graduatorie ad esaurimento, posto che ci sono precari che aspettano anche da 20 anni il proprio posto di ruolo, posto che anche per lo Stato indire un concorso comporta dei costi da sostenere, la domanda che sorge è che senso ha creare nuove speranze quando già quelle fatte già da decenni risultano insolute?
Ci teniamo a precisare che non si vuole creare una rivalità tra vecchi e nuovi precari, siamo solo a favore di una migliore organizzazione della scuola, razionalizzazione del sistema e di certo siamo contro al precariato.
Pensiamo che sia giusto indire concorsi per classi esaurite o quasi, ma con tutta franchezza non si comprende perché creare nuove aspettative.
Ad oggi il nuovo sistema di reclutamento si basa sul principio del c.d. doppio canale, ossia il 50% dei posti disponibile sarà attinto dalle graduatorie permanenti ed il restante 50% dalle graduatorie del concorso, il risultato è allungare la permanenza dei precari nelle graduatorie ad esaurimento, indire concorsi per pochi posti, e, quello che forse lascia maggiormente delusi il fatto che per dare una parvenza di dinamismo e novità alla scuola si indicono dei concorsi a danno dei precari - vecchi e nuovi- senza però modificare il sistema.
Forse sarebbe stato meglio riformare il sistema, dare nuovi e più equi carichi di lavoro, ricominciare ad investire nel futuro e nella scuola, far scorrere le graduatorie ad esaurimento, sbloccare il sistema e con in nuovi concorsi razionalizzare e consentire l'ingresso a chi era desideroso di entrare in questo settore.
Purtroppo sono fin troppo note le storie di professionisti scolastici che vanno in pensione da precario, e le varie problematiche associate, a breve sarà pubblicato l'articolo "P come pensione P come precario".
Forse questo stato di cose sta terminando, o meglio, le graduatorie continueranno ad esistere e, chi attende da 15 anni probabilmente continuerà a farlo per un uguale periodo, ma si sta riducendo l'utilizzo del personale precario.
Questa auspicata modifica non viene dettata dalla volontà di riequilibrare il sistema, ma solo per evitare le condanne dei giudici italiani ed europei hanno iniziato ad infliggere ad un datore di lavoro, il Ministero della Istruzione, che sfrutta i propri dipendenti in questo modo, a breve avremo modo di parlarne meglio.
Come sempre queste sono soltanto le nostre, probabilmente non fondate ed errate, opinioni. Ogni opinione e commento in proposito sarà ben accetto.
Come sempre queste sono soltanto le nostre, probabilmente non fondate ed errate, opinioni. Ogni opinione e commento in proposito sarà ben accetto.
"Trovo che la televisione sia molto educativa. Ogni volta che qualcuno l'accende, vado in un'altra stanza e leggo un libro." Groucho Marx |
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